«Questa è na storia che va raccontata sentendo l’odore der pane. Nun ce sta n’artro odore uguale: riempie subito la stanza, se infila nei cassetti, e te scarda er core. Appena lo senti te immagini subito na bella pagnottella tutta bella croccante, carda carda, appena sfornata, gnammete, bona!»

Roma, i nostri giorni, Sora Fernanda apparecchia una tavola ormai vuota nella sua cucina. Il quartiere, nella periferia nord est della città, é così cambiato che quasi fa fatica a riconoscerne le strade. Vive sola con i suoi ottanta anni: non ricorda più dove mette gli occhiali, il nome della nipote, non ricorda più tante cose ma basta aprire un cassetto e sentire l’odore del pane che tutti i suoi ricordi tornano a vivere. Con gli occhi di una bambina di otto anni, da un forno della città occupata dalle truppe tedesche,
racconta dei giochi e delle marachelle ma anche della fame e della miseria, dei bombardamenti, i rastrellamenti, la lotta partigiana, e l’assalto ai forni di dieci donne romane che pagarono un caro prezzo per la loro ribellione.
Uno spettacolo di teatro di figura e narrazione a distanza ravvicinata. Gli spettatori accolti all’interno della scenografia sono invitati a vivere un’esperienza condivisa con i protagonisti della storia.

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Crediti

di e con

Sara Allevi

cast artistico in via di definizione

 responsabile di produzione e distribuzione Federico Corona | coordinamento organizzativo  Mary Salvatore| organizzazione Massimo Molin | amministrazione Ilaria Meda | concept e visual Caterina Zoppini
produzione Stivalaccio Teatro 

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