Inaugurazione mostra 20/08/2024 alle ore 18
Mostra aperta dal 21/08/2024 al 31/08/2024 dalle 10.00 alle 21.00
Palazzo Thiene - Vicenza
Il Progetto espositivo
Nate in origine come veloci appunti visivi, veloci ritratti a corredo della sua attività di critico delle arti sceniche, le immagini create o rievocate nella produzione artistica di Renzo Francabandera dentro il teatro sono invece suggerite da ben altro a priori estetico e poetico: sono tracce di un percorso di scomposizione e ricomposizione di quanto nello spazio teatrale si muove, e un tentativo a metà strada tra rappresentazione del gesto confitto alla memoria e recupero della memoria che muove l'altrui gesto. Per oltre quindici anni l’artista ha realizzato una sistemica perlustrazione del passaggio performativo, indugiando sulla massa plastica che sfuma e sul colore che raggruma all’abbassarsi o accendersi delle luci.
Per un verso potrebbero dirsi, in breve, segni fatti al buio durante gli spettacoli, talvolta minimamente ritoccati al tornare della luce in sala. A ben guardare è, invece, il tentativo di sottrarre all'immanenza caduca del momento la suggestione eterna del teatro. La mostra ospitata nella galleria di Palazzo Thiene è, in tale prospettiva, un progetto che nasce dall’appassionante tentativo di rendere eterna e metatemporale la magia della scena, che accende e poi svanisce. Così gli schizzi, del tutto privi di passo narrativo, sono frammenti delicati e lirici di un personale palinsesto teatrale, in cui dello stesso Francabandera si riconosce il tratto espressivo, l'innegabile cifra emotiva. La cronaca del fatto teatrale in queste opere si disfa, nel fragile stemperarsi delle linee, dei volti, del movimento, tutti colti con rapidi tratti discontinui.
Nella mostra ospitata a Palazzo Thiene, il visitatore viene accompagnato a scandagliare la zona opaca tra l'occhio che osserva e l'immaginazione che ricrea, in un percorso che non dà testimonianza di un fatto che racconteresti su carta fotografica, ma rivela, altresì, l'intimo godimento di un sentimento antico, dell’artista che riporta in vita le ombre.
“Il dono di Renzo, fare diventare l’attimo che fugge, il non ripetibile… un atto estremo che resta, che in un tratto veloce e quasi incompiuto diventa memoria per tutti, istantanea polaroid pittorica che si fa testimonianza e cronaca."
- Antonio Latella
Le Opere
Francabandera negli ultimi 20 anni ha raccontato il teatro in modo tutto personale, aggiungendo alle sue riflessioni critiche scritte quelle disegnate nel buio della sala, frammenti di scena, ricamo istintivo e forte di volti e suggestioni che si svolge irripetibile ogni sera nell’incontro tra la luce dell’immagine e il corpo teatrale, istantanee di colore, inchiostri e pastelli, per tracciare emotivamente lo spettacolo.
La mostra vicentina raccoglie diverse decine di opere della grande collezione dell’artista, realizzate durante le numerosissime visioni di spettacoli in un arco temporale che va dalla fine del primo decennio del Duemila ad oggi, alcune delle quali esposte in importanti sedi museali e teatrali italiane.
Un nucleo di opere si riferisce in particolare all’attività artistica della Compagnia vicentina Stivalaccio Teatro, ripercorrendo, attraverso i veloci segni realizzati nel buio dei magnifici teatri di questa città, il rapporto dell’umano con la maschera, con la finzione e con lo svelamento di se stessi, che riporta dal teatro alla realtà, nel veloce racconto di selezionate immagini, realizzate nella ferocia di pochi attimi.
L’Artista
Performer, pittore e studioso dei linguaggi artistici del contemporaneo, vive e lavora a Bologna.
Si occupa attivamente nella sua pratica creativa di pittura dal vivo e body painting e realizza illustrazioni e copertine per l’editoria. Noto per la sua storica abitudine, come critico delle arti, di realizzare disegni dal vivo durante spettacoli e performances, ha esposto i suoi disegni teatrali in prestigiose sedi come la Biennale Teatro a Venezia, il PAN e il Maschio Angioino di Napoli, il Palazzo dei Priori di Volterra, il Piccolo Teatro e le Officine Ansaldo di Milano.
La sua ricerca fuori dagli spazi teatrali, negli ultimi anni, ha portato l’artista a indagare l’abbandono della memoria personale dentro il paesaggio urbano, spingendolo a ricomporre, fra reale e immaginario, nuovi pezzi di “memoria di nessuno” riutilizzando materiali di carta “rifiutati” o abbandonati: fotografie, manifesti, cartoline, diari. Palazzo Fieschi a Genova, il Dialma Ruggiero a La Spezia al Museo del Risorgimento e Palazzo d’Accursio a Bologna, fino agli spazi dell’area archeologica di Cortona, sono alcune tra le sedi espositive presso le quali le sue opere sono state esposte.
Tiene laboratori e progetti di formazione sui linguaggi della contemporaneità e l’arte performativa in tutta Italia. Docente di Linguaggi dell’Arte e Media Digitali presso l’Università di Modena e Reggio
Emilia, ha insegnato a che Estetica del Movimento e Linguaggi del Corpo presso l’Università di Torino. Scrive per numerose testate giornalistiche e magazine culturali (Hystrio, e PAC www.paneacquaculture.net tra gli altri) e ha all’attivo numerose pubblicazioni sulle arti performative. Ha collaborato per la sezione spettacolo alle candidature delle di Cagliari e Siena nella candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019 e a numerosi progetti europei dedicati alle arti performative.